Ho iniziato a dedicarmi a questa attività di volontariato da pochi mesi soltanto.
Vado regolarmente a far visita a Maria, al suo domicilio. Lei è gravemente ammalata ma quasi del tutto autosufficiente.
Siamo stati contattati dalla famiglia di Maria che aveva bisogno di un supporto psicologico. Le è stato proposto l’aiuto di un volontario ed ecco che sono stata accompagnata e presentata a Maria con la speranza che lei potesse accettare la mia presenza e le mie visite. Questo non era scontato!
Pian piano, sono entrata in casa sua, in punta di piedi e, volta dopo volta, sono riuscita a farle apprezzare la mia compagnia. Già dopo qualche visita, Maria si è ripresa, la famiglia ha potuto constatare un miglioramento del tono del suo umore e dell’accettazione della sua condizione. La famiglia ha inoltre potuto prendere un pò di respiro e gestire altri problemi già presenti.
Con Maria c’è condivisione, scambio di opinioni e semplici chiacchiere; compatibilmente con i sintomi, ad ogni mia visita, mi muovo in modo delicato ed attento: decidiamo insieme cosa fare, se uscire a fare due passi (di più non si può), se sederci in un dehors di un bar, se fare una commissione in auto o se restare in casa a chiacchierare.
Quando torno a casa, dopo essere stata con lei, mi sento bene, certamente preoccupata per il suo stato di salute ma comunque serena. Insomma, posso dire che questa attività a cui mi sono avvicinata ed a cui ho voluto provare a dedicarmi, mi mette un pò alla prova ma certamente mi restituisce gratificazione per l’aiuto che credo di donare ad una persona fragile e bisognosa.
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