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Con un po’ di ritardo parte la CAMPAGNA ASSOCIATIVA di SAMCO, con qualche novità!
Da quest’anno si può scegliere tra tre possibili quote associative:
Questa opzione viene dalla volontà di dare ai nostri soci la possibilità di scegliere come sostenerci!
Per tutte le informazioni su come rinnovare la tua quota, clicca qui!
Per l’occasione abbiamo rinnovato anche le nostre Tessere Associative, puoi passare a ritirarla direttamente nella nostra sede oppure te la spediremo comodamente a casa, una volta ricevuta la tua quota.
Scegli di stare dalla parte dei malati gravi e inguaribili con SAMCO!
Ti ricordiamo che le quote associative non sono deducibili o detraibili.
Il 20 aprile parte il corso dedicato ai nuovi volontari. Il corso si compone di 9 incontri a cui seguiranno 20 ore di affiancamento con volontari esperti. La formazione avverrà in modalità mista. Chi lo desidera può collegarsi con un link su zoom, oppure seguire la formazione presso la sede dell’associazione SAMCO. Qui è possibile visualizzare il programma del corso: Corso 2023
Vuoi diventare anche tu volontario SAMCO? Le candidature sono aperte! Obiettivo? Entrare a far parte del gruppo di volontari che con competenza, umanità e calore si prende cura malati cronici e delle loro famiglie.
In particolare stiamo cercando:
Per partecipare al corso o avere informazioni scrivici a segreteria@samco.it o compila il form nella sezione dedicata del nostro sito.
Martedì 21 marzo, ore 17.30 presso la sede SAMCO di Palazzo Einaudi a Chivasso organizziamo un incontro gratuito aperto a tutta la cittadinanza. Il Notaio Marco Gallo sarà presente all’incontro per rispondere a domande a tema testamento e lasciti solidali.
L’incontro sarà un’occasione per avere accesso ad una consulenza e ad informazioni chiare ed esaustive sulle disposizioni testamentarie, sulla legge italiana in materia di successioni, e sull’importanza del lascito solidale quale gesto di generosità alla portata di tutti, non vincolante e pienamente rispettoso dei diritti dei familiari e degli eredi.
Per avere informazioni potete scrivere a donazioni@samco.it o chiamare il numero 011.411.61.60.
Vuoi fare un lascito a SAMCO? Visita la sezione dedicata del nostro sito.
Eloisa Cotza, psicologa SAMCO, ci racconta l’importanza dell’équipe multidisciplinare in cure palliative, per portare sollievo dal dolore, non solo quello fisico, ma anche quello emotivo e spirituale.
Spesso mi viene chiesto cosa significa fare la psicologa in cure palliative e il tono che accompagna questo grande interrogativo è colorito di timore, sfiducia e smarrimento.
In effetti sembra lecito chiedersi il senso di un supporto alla fine della vita, così come la possibilità e la sostenibilità di un colloquio a domicilio, di un tempo sufficiente ad instaurare un’alleanza terapeutica con la persona e con la sua famiglia, di uno spazio adeguato all’incontro intimo e all’ascolto profondo. È proprio questa la sfida condivisa tra gli operatori in cure palliative: essere noi portatori della relazione di cura.
A pensarci bene, si tratta di una delle nostre prime comunicazioni al paziente e alla famiglia alla presa in carico: “non dovrete più recarvi voi al luogo di cura ma vi sosterremo a creare qui, a casa vostra, un contesto di protezione e di assistenza. Saranno proprio i vostri cari, dopo attento addestramento e costante monitoraggio da parte della nostra équipe, a prendersi cura di voi”.
Le cure palliative hanno, infatti, l’obiettivo primario di offrire la migliore qualità della vita nelle condizioni di malattia in cui la persona si trova, progettando un piano terapeutico personalizzato che cambia in base alle esigenze della persona e al decorso della sua malattia.
Ci occupiamo in prima linea del dolore. Un dolore che nelle malattie croniche può essere innanzitutto fisico, ma che spesso diventa un dolore che tocca i pensieri, le emozioni e le relazioni più profonde della persona e della sua famiglia. Lo chiamiamo, infatti, Dolore totale.
Io mi occupo di questo dolore che non prevede terapie farmacologiche, un dolore che non si vede in radiografia, che non si misura con strumenti medici, ma che mette la persona in una condizione di bisogno di mettere in parole il movimento incontrollato che affolla la sua mente, di alleggerirsi di pesi che sente a volte sul petto, a volte nello stomaco, di comprendere cosa gli sta accadendo e di trovare ascolto autentico e magari qualche risposta.
A me viene dato il privilegio di ascoltare e di stare accanto ai pensieri e alle emozioni che caratterizzano il momento finale, quello del bilancio della propria vita, un momento che spesso non conosce sfumature ma fa fare scelte e richieste nette, fa entrare e avvicinare affetti autentici e duraturi e sbarra la porta a tutto ciò che è fuori, tutto ciò che è superfluo, tutto ciò che non rimane.
Accanto al letto dei pazienti, mano nella mano con loro, con i nostri sguardi reciproci che si collegano come da un filo invisibile ma tenace e diretto, ho condiviso quelli che uno di loro ha definito “i pensieri importanti”, quelle emozioni che con un’altra paziente abbiamo chiamato le “Parole del cuore”. Si tratta di tutto quell’insieme di fatti psichici che occupano la mente delle persone in un momento della vita dove si convive con la consapevolezza di non guarire e di non dover più rivolgere le energie alla lotta contro la malattia, ma a vivere e godere di ogni momento, ogni istante in cui si è vivi, a casa propria, accanto alle persone che abbiamo scelto.
Nel mio ruolo di psicologa accolgo e proteggo verità importanti per la persona, cerco di creare, mantenere e facilitare uno spazio dove questa verità possa essere detta, condivisa, compresa e rispettata, accompagno la persona e la famiglia a vivere il tempo come un dono e a farsi doni reciproci di cose a volte mai dette, a volte ripetute infinite volte, ma non per questo meno importanti e sincere. Supporto i pazienti e le famiglie nei diversi momenti dell’assistenza, soprattutto in quelli difficili e con l’équipe cerco di sintonizzare le esigenze del corpo con quelle della mente e del cuore della persona. Promuovo ogni possibilità per chiudere e risolvere tutti i sospesi che la persona o la sua famiglia sente di avere ancora supportando un accompagnamento al fine vita e una progressiva separazione che sia, pur nella sofferenza, nella pace.
Tutto questo mi è possibile perché non sono sola nelle case dei nostri pazienti, ma con me ci sono altri sguardi che proteggono e mantengono la relazione di cura: quello dei medici e delle infermiere che, in un confronto continuo, si incontrano con il mio nel comune orizzonte della difesa della volontà della persona e del suo migliore benessere possibile.
Un lavoro continuo a più mani, a più sguardi, a più menti verso un unico grande obiettivo: esserci per la persona e per la sua famiglia, momento per momento.
La parola ricordo ha una bellissima etimologia: ri-indietro, e cor-cuore, richiamare in cuore. Il ricordo richiama nel presente del cuore e del sentimento qualcosa, o qualcuno, che non è più qui. Ricordare significa far rivivere un sentimento concreto, non per immergersi nella nostalgia, ma per tenere alta la consapevolezza di chi siamo, da dove veniamo e dove abbiamo la possibilità di andare.
Il ricordo ci permette di tutelare coloro che abbiamo amato e che non ci sono più, di continuare a testimoniare cosa è stata la loro vita e di perpetuare i loro valori attraverso di noi, i nostri gesti, le nostre parole. La memoria condivisa ha un valore ancora maggiore, perché è l’intera comunità che mantiene vivo il ricordo e si stringe in questo modo intorno a coloro che hanno subìto una perdita dolorosa.
SAMCO, che accompagna quotidianamente i pazienti in cure palliative e le loro famiglie, non abbandona i familiari dopo la morte del loro caro, e continua a seguire, con colloqui psicologici gratuiti, mediante il gruppo di Auto Mutuo Aiuto e il Centro d’Ascolto, i familiari in lutto. Per loro, ma anche per i loro amici e per la cittadinanza tutta intera, abbiamo pensato a una cerimonia del ricordo.
Si svolgerà a Chivasso in data 26 gennaio presso la Sala Consiliare del Comune, in piazza Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa 7, alle ore 18; a Settimo in data 2 febbraio presso la Sala Levi della biblioteca Archimede, p.za Campidoglio 50, alle ore 18; e a San Mauro in data 9 febbraio presso la sala Antonetto, via XXV Aprile 66, sempre alle ore 18.
La cerimonia prevede di nominare le persone scomparse e di dedicare loro alcuni testi poetici letti da Ivan Fabio Perna con l’accompagnamento della chitarra di Roberto Zorzi. I familiari o gli amici che vorranno dire due parole in memoria potranno farlo.
Per prenotare la propria partecipazione, scrivere a segreteria@samco.it, o telefonare al 011 9102430 o al 377 7040492.
Venerdì 11 novembre, Giornata Nazionale delle Cure Palliative abbiamo organizzato un incontro sul tema della cura presso la Biblioteca Archimede di Settimo Torinese.
L’evento partendo dal libro Prendersi Cura di Giada Lonati, direttrice sanitaria Vidas, ha trattato l’importanza di riappropriarsi della capacità di cura all’interno della nostra società.
Vi lasciamo con le parole di Oscar Bertetto, presidente onorario SAMCO e già direttore della Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta, che durante la serata ha dialogato con l’autrice, che descrivono la profondità e intensità che hanno caratterizzato l’incontro:
“Sono intervenuto alla biblioteca civica di Settimo Torinese per introdurre la presentazione di Giada Lonati del libro da lei scritto sulla propria esperienza di medico palliativista dal titolo “Prendersi cura. Per il bene di tutti: nostro e degli altri “. La dottoressa è impegnata dal 1995 presso VIDAS, l’Associazione milanese fondata da Giovanna Cavazzoni nel 1982 per l’assistenza domiciliare dei pazienti in fase avanzata di malattie croniche a evoluzione infausta, prevalentemente oncologiche e neurodegenerative, dal 2010 ne é la direttrice sociosanitaria, con l’apertura nel 2019 del primo hospice lombardo per i bambini.
Il mio compito è stato di stimolare l’autrice a parlare dei punti salienti dei 9 capitoli in cui si articola il libro. Partendo da episodi della propria esperienza lavorativa, dalle personali relazioni con i pazienti e i famigliari, dalle sue intime emozioni ha saputo coinvolgere i presenti su temi delicati ma di grande rilievo. La concretezza delle situazioni illustrate e la grande professionalità e umanità con cui sono state affrontate ha destato un attento ascolto e una sentita e viva compartecipazione.
È stato sottolineato come il prendersi cura a fondo dei problemi delle persone gravemente ammalate al termine del loro percorso di vita porti ad una apertura mentale più ampia che non può non interrogarsi sulle questioni della emarginazione sociale, della esclusione dei migranti, dell’emergenza climatica e in definitiva alla necessità di dar voce alla spiritualità umana, che ci pone l’ineludibile domanda sul senso delle nostre vite.
Nel libro sono descritti momenti assistenziali toccanti e significativi; si ha il coraggio di confrontarsi con sentimenti profondi di debolezza, cedimento, vergogna per la propria dipendenza da parte delle persone curate ma anche con le incertezze, la stanchezza, innovazione momenti di delusione e sconforto dei curanti.
Ancora una volta le cure palliative hanno dimostrato la loro capacità di rigenerare il vero senso della medicina che non può limitarsi ad essere una tecnologica innovazione né una iperspecializzazione ma una profonda relazione e una compartecipazione decisionale tra paziente e medico. È una importante precisazione quella dell’autrice che ricorda come nello stesso anno, 1967, si abbia il primo trapianto cardiaco e l’entrata in funzione del primo hospice, quasi a dimostrare che questi due aspetti della medicina sono inscindibili e sarebbe un’arrogante presunzione pensare che solo il primo rappresenti il futuro”.
Anche per il 2022 abbiamo organizzato il corso dedicato ai nostri volontari che saranno impegnati a domicilio, in hospice e negli accompagnamenti presso i luoghi di cura.
Per i volontari il corso è un’approfondita preparazione a svolgere un compito così delicato di accompagnamento dei malati, che non si può improvvisare e richiede scelte meditate.
Durante il percorso vengono affrontate le fondamentali nozioni tecniche sulle Cure Palliative e si mira soprattutto ad affinare le capacità relazionali, per far sì che le persone siano in grado di accettare il punto di vista dell’altro e sappiano leggere – con gli occhi e col cuore – i bisogni assistenziali dei pazienti e delle loro famiglie. Inoltre, è indispensabile l’attitudine a lavorare insieme agli altri volontari e con l’équipe di SAMCO.
Si tratta di un vero e proprio percorso di professionalizzazione del volontario.
Il lavoro di gruppo è una costante imprescindibile delle Cure Palliative, e questo vale per tutta l’équipe, di cui il volontario è parte integrante.
Vuoi diventare anche tu volontario SAMCO? Scrivici a segreteria@samco.it o compila il forme nella sezione dedicata del nostro sito.
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